Sociale - Bigon, Zottis e Zanoni (Pd): “Ambiti territoriali sociali, assetto da rivedere. La Regione si confronti con i sindaci per una rimodulazione utile alla collettività”

11 novembre 2021

(Arv) Venezia 11 nov. 2021 -  “Gli Ats – Ambito territoriale sociale - così come sono strutturati non funzionano, perché troppo disomogenei al loro interno e soprattutto perché non c’è chiarezza sul loro ruolo. La Regione che è l’ente capofila, dovrebbe confrontarsi con i sindaci per una rimodulazione in grado di rispondere alle esigenze dei territori e di chi li abita”. La richiesta arriva dal Partito Democratico, con un’interrogazione della consigliera regionale Anna Maria Bigon, sottoscritta dai colleghi Francesca Zottis e Andrea Zanoni.

“A distanza di oltre un anno dalla delibera, al di là delle intenzioni sul favorire l’integrazione delle politiche sociali, sanitarie, socio-sanitarie, del lavoro, dell’istruzione e della casa, ci sono troppi nodi da sciogliere su presente e futuro dei 22 Ambiti territoriali sociali. Al momento – spiegano i consiglieri - sono aggregazioni sulla carta o poco più; sono gli stessi sindaci a esprimere perplessità. Manca di fatto, una visione strategica: non c’è una cornice amministrativa di riferimento per la gestione associata degli interventi di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale; si rischia di sovraccaricare i Comuni capofila e di duplicare gli interventi operativi di Ulss e amministrazioni locali e resta ancora da chiarire quale sia lo strumento giuridico della gestione associata”.

“C’è poi un problema oggettivo legato ai bacini di utenza: abbiamo Ats con tre Comuni, come quelli di Chioggia e Venezia ed altri con 46, come Belluno, i residenti dei singoli ambiti variano da 65mila fino a 450mila. È evidente, che aree più ampie o con caratteristiche disomogenee richiedano al loro interno interventi differenziati e mirati. Da qui, il nostro appello  - concludono Bigon, Zottis e Zanoni - agli assessori alla Sanità e Lavoro: gli Ats possono essere uno strumento utile. E’ necessario però, ascoltare i sindaci, i loro dubbi e le loro difficoltà, valutando una rimodulazione degli assetti che risponda veramente alle necessità dei singoli territori”.